Saverio Pugliese e il canto educato alla poesia

Di recente è stato tra i protagonisti della Norma andata in scena al Teatro Bellini di Catania ed entrata nelle case degli italiani grazie a Rai5.

 

Saverio Pugliese, di professione tenore, si sta facendo spazio nel mondo della musica lirica. Gli studi, la costanza e la sua passione lo hanno portato sul grande schermo a diffondere quella cultura che sembra per pochi eppure racconta drammi e amori spesso di grande attualità.

“Non è la prima opera che interpreto che viene trasmessa in tv e su Rai5. Ho partecipato nel 2016 all’allestimento della Manon Lescaut di Puccini, nella quale Ho interpretato il Maestro di Ballo, con la direzione del M* Noseda e la regia ripresa in quella occasione magnificamente da Vittorio Borrelli, dall’epoca è stata più volte trasmessa proprio su Rai5. Questa Norma ha però un valore emozionale differente, un progetto fortemente voluto dal M* Carminati per le celebrazioni Belliniane e per la regia di uno dei più importanti registi teatrali italiani al mondo, Davide Livermore che firma da almeno tre anni la nota Prima del 7 dicembre in Scala ed al quale viene affidato da tempo il “debutto “di rassegne, festival o celebrazioni di rilievo internazionale. Comprenderai che non è stato facile ed infatti ho completamente eliminato dalla mia mente i milioni di telespettatori che erano davanti alla Tv e mi sono abbandonato alla Musica ed all’interpretazione del ruolo. Certo la presenza delle telecamere e la frenesia dei preparativi ( prove audio, cura del trucco e del parrucco per i primi piani, aggiustamenti all’ultimo minuto per le luci ecc. Ecc. ) l’ho percepita e come! E l’emozione è stata tanta”.

Cosa ti piace di più della Norma?

“Questa opera è uno dei “fondamentali” della storia della musica belcantistica, amo l’energia creativa ed innovativa che Vincenzo Bellini infonde nelle note di questo capolavoro. “Innovazione” che all’epoca della Prima rappresentazione assoluta nel 1831, fu recepita malissimo dal pubblico ed infatti ne decretò un fiasco clamoroso, ma non è il solo della storia della musica basti pensare a quello della Prima del Barbiere di Siviglia di Rossini oppure a quello della Madama Butterfly di Puccini o ancora a quello della Traviata di Giuseppe Verdi! Adoro l’introduzione orchestrale del secondo atto con i sui palpabili accenti emotivi e la straordinaria pagina corale: “Guerra, Guerra!”.

Tu fai canto lirico in una società molto “rumorosa”, che significato ha oggi?

“Per rispondere potrei appellarmi ai valori e agli affetti universali dei quali il melodramma è depositario, quindi intramontabili e sempre attuali: amore, odio, morte, ingiustizia, pietà, sangue ecc. che fanno “rumore” ancora nella società del 2021, ma attraverso il linguaggio del canto educato alla poesia a quel porgere con musicalità la parola si aggiunge una cifra estetica, quella del Bello, che non lascia indifferenti, la vera forza di questo linguaggio espressivo sta proprio in quello che a prima vista lo renderebbe debole e superato, la sua iconicità! Sono sicuro che in ogni angolo disparato di questo pianeta alle prime sillabe di “ all’alba vincerò, vincerò…”chiunque sappia continuare la frase con l’eroismo melodrammatico del quale è portatrice”.

Però forse è più difficoltoso che in passato.

“Beh, senza approdare ad un passato troppo lontano e quindi a ciò che si può leggere in letteratura o cronaca, ti dico che è differente e forse più faticoso per lo spazio sempre più di nicchia che ha la lirica assunto negli ultimi 30 anni. Decidere oggi di vivere facendo il cantante lirico non è semplice ed immediato. Lo spazio lavorativo è “piccolo”, il settore di conseguenza è diventato sempre più esigente e quindi la professionalità richiesta è sempre elevatissima questo richiede per potersi “mantenere a galla” negli anni ed essere costantemente nei cartelloni dei Teatri d’Opera un dispendio di energie grande. Studio, continua formazione, cura del proprio strumento, del proprio corpo, salute psicofisica per affrontare lo stress, promozione d’immagine, tutto il settore commerciale ( che viene curato dalla mia Agenzia), sono componenti sinergiche fondamentali”.

Ti piace ascoltare altra musica quando sei in relax a casa o in auto? E chi è il tuo artista contemporaneo preferito?

“Adoro le grandi interpreti italiane: Mina, Vanoni, Ruggeri; ascolto con piacere due geni assoluti Dalla e Battiato; mi diverte la spensieratezza di Elio e le storie tese; e ti dirò pur non ricordandone i nomi sono attratto dei motivetti che popolano spesso i post Sanremo o le consuete compilation estive”.

Grazie e… programmi per il futuro?

“Vorrei aggiungere nel ringraziarti per avermi ospitato,  un augurio che faccio a me stesso ma che è rivolto soprattutto alla nostra storia attuale: mi piacerebbe poter usare la mia voce per portare pace, per far dialogare attraverso l’emozione del bello chi oggi si “mal tollera”, vorrei poter fare concerti per la Pace. Dimenticare per qualche ora o per sempre la guerra e superare le differenze e le intolleranze. Bada, non è la tipica “risposta da semifinale di Miss Italia”, alla domanda: che cosa ti piacerebbe se fossi eletta e quale il messaggio che vorresti promuovere”; è quello che sento profondamente fuor di retorica”.

Credit photo Giacomo Orlando, Marco Impallomeni e Robert Schami