Tarassaco, un soffio sull’anima

Vite fatte di cocci.


Alcuni giorni si riescono a tenere insieme, altre volte manifestano tutta la fragilità di un esistenza difficile.

Il collante di questi pezzi è la speranza, il sogno di un futuro diverso, la condivisione di uno stato d’animo, l’amore, un’improbabile amicizia che diventa porto sicuro e sincero, persino un pranzo di Natale trascorso insieme, in spensieratezza, come non accadeva da tanti anni, a spezzare la monotonia della malinconia quotidiana ritagliata in una esistenza quasi vegetativa che si è lasciata andare alla tristezza dopo un doloroso abbandono.

Ma nei giorni in cui quel collante manca, tutto sembra precipitare nell’abisso.

E il grigiore si fa sempre più scuro.

Angelo Argondizzo nella sua opera prima Tarassaco descrive un saliscendi di vite, di emozioni, di storie, di speranze e illusioni incastonate in un borgo che somiglia ai suoi protagonisti.

Con le sue rovine, i suoi scorci maledetti e belli, le salite e le discese, i ricordi e le aspettative.

La minuziosa capacità descrittiva dei luoghi e degli stati d’animo porta il lettore dentro al libro in un vortice di emozioni che lascerà il fiato sospeso fino all’ultima pagina e non si esaurirà neanche dopo aver letto l’ultima riga.

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