Il voto è libero e segreto? Con qualche correttivo si può fare. Nasce il Comitato articolo 48

“Il voto è personale ed uguale, libero e segreto”. La Costituzione pone questi quattro principi come valori fondanti dell’espressione elettorale dei cittadini. Ma è davvero così?

Non nascondiamoci dietro un dito, le storture nel meccanismo esistono e il voto può essere controllato. Ricordate le schede ballerine raccontate da Saviano? I metodi di induzione del consenso sono molteplici, più o meno lecite. Che il voto sia frutto di false promesse, clientele, familismo, ricatti, minacce, compravendita, corruzione la sostanza non cambia. Così la democrazia muore. Peggio stiamo, più facilità nell’acquisizione (meglio: acquisto) del consenso trova chi ricorre a metodi che condizionano l’espressione elettorale. “Se il voto è tracciabile, non è più segreto”, fanno notare Eugenio Occhini, Francesco Pitaro, Ernesto Mazzei, Francesco Palaia e una ventina di cittadini di Catanzaro che hanno dato vita al Comitato articolo 48, proprio quel dettato della Costituzione che definisce “libero e segreto” il voto degli elettori.
L’obiettivo di questo gruppo di cittadini è “la conoscenza, l’approfondimento e la denuncia di tutti i comportamenti, i meccanismi e i fattori condizionanti e inquinanti che intervengono durante le fasi elettorali”, in seconda fase “l’individuazione di possibili rimedi e correttivi, in ambito sia normativo che operativo, per restituire la piena effettività al disposto dell’art. 48 comma 2 della Costituzione Italiana”; e infine “sostenere e promuovere ogni iniziativa che possa determinare una progressiva emancipazione del bisogno, della dipendenza e della ricattabilità dei ceti sociali più esposti al rischio”.
Il ragionamento è piuttosto elementare: “Restituire al singolo elettore la certezza che nessuno potrà mai risalire al suo voto, significa restituirgli la libertà di esprimersi liberamente anche a fronte di pressioni, condizionamenti, intimidazioni o promesse estorte”. Come fare?
Un paio di correttivi sono da subito proponibili e facili-facili da comprendere. Innanzitutto occorrerebbe introdurre l’obbligatorietà del sorteggio degli scrutatori, per evitare connivenze con i candidati che nella spartizione dei seggi riescono a costruire un piccolo vivaio di preferenze. In secondo luogo, occhio ai rappresentanti di lista, soprattutto a quelli che votano due volte. Terzo: tutti faccia al muro! Sembra uno scherzo e invece la questione è serissima. Posizionando la cabina in modo tale che l’elettore dia le spalle al presidente di seggio, senza coperture e a una distanza tale da mantenere la segretezza del voto espresso, si potrebbe verificare la correttezza dell’operazione ed evitare, ad esempio, l’uso dei cellulari per fotografare la scheda (metodo di ricatto troppo spesso usato nelle ultime consultazioni elettorali). Sembra una follia? Eppure è così semplice! Occorre però che intervengano norme approvate in Parlamento per arrivare a questi correttivi. Il senso dell’iniziativa del Comitato articolo 48 è proprio questo, allargare il giro con esperti che offrano il proprio contributo e poter costruire così una proposta concreta da fare arrivare ai piani alti del nostro Stato. “Molti sono già con noi, da Angela Napoli a Stefano Rodotà”, spiega Occhini.
Lo scandalo del Mose non è poi così lontano, prosegue il promotore dell’iniziativa, se è vero che tutto quello che accade in Italia discende dal tipo di classe dirigente che viene votata alle elezioni. Francesco Pitaro coglie al volo e rilancia: “Il voto è un diritto-potere da un lato, un atto che responsabilizza la comunità dall’altro”. E se qualcuno pensa che il sistema non esista, allora come si spiegano i pacchetti di voti, ovvero quelli che “passando da sinistra a destra e fermandosi al centro rimangono sempre uguali? Chiede Ernesto Mazzei di Sel. Anche il Movimento 5 Stelle si interesserà della questione con la promozione nei Meetup, promette Francesco Palaia. Sperando che l’iniziativa del Comitato sia contagiosa, a breve sarà online il sito http://www.comitatoarticolo48.it e la pagina facebook.

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